Ma di che casco stai parlando?
Ma di che casco stai parlando?
Stimolato da un video di The Talking Helmet, che vi invito a guardare...
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=6UOEYMAm2ls[/youtube]
(direi che il tag è rotto)
https://www.youtube.com/watch?v=6UOEYMAm2ls
Provo di avviare un topic generico sui caschi.
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=6UOEYMAm2ls[/youtube]
(direi che il tag è rotto)
https://www.youtube.com/watch?v=6UOEYMAm2ls
Provo di avviare un topic generico sui caschi.
Basta essere onesti e ammettere gli errori. Sport che alcune persone non praticano. Specie se hanno una sola minuscola briciola di insignificante potere.Tequi ha scritto:pike è uno di quegli utenti che si diverte a fare il puntiglioso. Ce ne sono anche altri e sono tutti sulla rampa di lancio. Non abbiamo bisogno di gente che le cerca tutte per fare polemica.
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Re: Ma di che casco stai parlando?
Vediamo se così funziona ...
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=6UOEYMAm2ls[/youtube]
No, direi proprio che non funziona nè il tag youtube nè quello youtube1.
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No, direi proprio che non funziona nè il tag youtube nè quello youtube1.
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Re: Ma di che casco stai parlando?
Molto interessante.
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Re: Ma di che casco stai parlando?
Caspita, una disamina davvero niente male.
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Re: Ma di che casco stai parlando?
stavo ripensando al video e mi è venuta in mente una domanda: ma seriamente pensiamo che l'omologazione FIM potrebbe avere influenza sulle vendite dei caschi?
mi spiego: se prendiamo il solo mondo dei top di gamma allora l'affermazione potrebbe essere sensata. una volta che arrivo a spendere quasi 1000€ di casco (o anche di più) allora si, magari prendo quello "omologato FIM".
ma nel complesso delle vendite dei caschi non penso che questa omologazione avrà un senso. se ho un budget di 300€, il casco omologati FIM potrà essere sicuro quanto vuoi, ma costa 3 volte...
mi spiego: se prendiamo il solo mondo dei top di gamma allora l'affermazione potrebbe essere sensata. una volta che arrivo a spendere quasi 1000€ di casco (o anche di più) allora si, magari prendo quello "omologato FIM".
ma nel complesso delle vendite dei caschi non penso che questa omologazione avrà un senso. se ho un budget di 300€, il casco omologati FIM potrà essere sicuro quanto vuoi, ma costa 3 volte...
Re: Ma di che casco stai parlando?
Un certo tipo di mercato l'ha già cambiato: in alcune categorie, senza omologazione FIM non corri.
https://www.motospia.it/omologazione-fi ... no-pronti/
Poi per carità, ci vorrà ancora un po' prima che tutte le categorie lo pretendano.
Non so se Giorgio (insomma, il virus dei reali) influirà sull'entrata in vigore, ma la 22-06 è da un po' che è in giro...
https://www.sicurmoto.it/guida-e-sicure ... sa-cambia/
Bisogna vedere quando entra in vigore AKA tutti i prodotti che si vendono debbono essere SOLO ECE 22-06... si parla di 18 mesi per le omologazioni dopo l'approvazione e 36 per la vendita.
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Bisogna vedere quando entra in vigore AKA tutti i prodotti che si vendono debbono essere SOLO ECE 22-06... si parla di 18 mesi per le omologazioni dopo l'approvazione e 36 per la vendita.
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Re: Ma di che casco stai parlando?
però, converrai con me, è una fetta di mercato relativamente piccola, benchè redditizia (soprattutto alla luce della pubblicità che ne deriva).pike ha scritto: ↑mar ott 13, 2020 5:14 pmUn certo tipo di mercato l'ha già cambiato: in alcune categorie, senza omologazione FIM non corri.
https://www.motospia.it/omologazione-fi ... no-pronti/
Poi per carità, ci vorrà ancora un po' prima che tutte le categorie lo pretendano.
Non so se Giorgio (insomma, il virus dei reali) influirà sull'entrata in vigore, ma la 22-06 è da un po' che è in giro...
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Re: Ma di che casco stai parlando?
Beh, il grosso dei caschi viene dall'oriente... c'è un perchè, cioè là vendono le moto e gli scooter, quindi (doh) vendono anche i caschi.
E' un segmento quello delle competizioni che è fatto sia di appassionati che di semi-professionisti. I quali, ogni anno, debbono mettere fuori grafica e sponsor nuovi. Quindi un casco omologato FIM all'anno in più... lovvendono, crisbio selovvendono...
Lieto che almeno i due prodotti italiani siano comprabili.
Infine, uno dei marchi "persi" rispetto ad anni fa è NZI. Che non so che fine abbia fatto.
E' un segmento quello delle competizioni che è fatto sia di appassionati che di semi-professionisti. I quali, ogni anno, debbono mettere fuori grafica e sponsor nuovi. Quindi un casco omologato FIM all'anno in più... lovvendono, crisbio selovvendono...
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Re: Ma di che casco stai parlando?
Proseguendo su questo filone, per gli "anglofoni" ecco un interessante video di Fortnine sulla (in)utilità dello standard Snell e del suo estremo tentativo di mantenere la leadership nel mercato nordamericano: https://www.youtube.com/watch?v=76yu124i3Bo
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Re: Ma di che casco stai parlando?
Video interessante... Ma non sono d'accordo con l'affermazione che non può esistere un casco allo stesso tempo resistente agli urti e in grado di ridurre le accelerazioni. Se la prima caratteristica interessa la resistenza della calotta, la seconda riguarda le capacità dissipative del materiale interno...
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Re: Ma di che casco stai parlando?
Wright, anche se immagino che la tecnologia dei materiali abbia fatto passi da gigante in avanti, per me la questione è simile a quella delle scocche delle auto, com'erano fatte 30 anni fa e come sono fatte adesso: siamo passati da una scocca rigidissima, che fosse il più indeformabile possibile per preservare l'interno, a scocche a deformazione programmata, che assorbano l'energia cinetica dell'urto e la convertano in lavoro di deformazione (in punti pre-programmati) per ridurre le accelerazioni subite dall'interno del veicolo.
Suppongo che con il casco si possa fare lo stesso ragionamento.
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Re: Ma di che casco stai parlando?
Ma infatti il concetto deve essere lo stesso: la calotta deve essere resistente ed elastica per evitare di "aprirsi" in caso di urti violenti. E in questo caso, la risposta alla caduta di un grave emisferico da un'altezza predeterminata può essere un buon metro di misura. Personalmente concordo anche nella caduta reiterata, per verificare che in caso si secondo urto la calotta regga ancora.
Esempio stupido: nella mia caduta, l'HJC RPHA70 che avevo si è comportato bene, ma comunque sulla calotta si evidenzia una fessurazione, anche se non sapreri dirti quanto profonda, e se abbia interessato solo la parte superficiali o anche le fibre sottostanti. Ergo, sulla singola caduta ha lavorato bene, ma se avessi colpito una seconda volta... boh. C'è da dire che comunque l'urto non è stato banale...
Al contempo il materiale assorbente interno dovrebbe essere in grado di assorbire e dissipare in qualche modo l'energia cinetica, minimizzando le accelerazioni. Oggi è ancora molto in voga il polistirolo, per il buon compromesso peso-prestazione-costo, ma secondo me si potrebbero studiare materiali o strutture più performanti. Poi i costi, si sa, variano anche in funzione delle economie di scala che possono farsi...
Esempio stupido: nella mia caduta, l'HJC RPHA70 che avevo si è comportato bene, ma comunque sulla calotta si evidenzia una fessurazione, anche se non sapreri dirti quanto profonda, e se abbia interessato solo la parte superficiali o anche le fibre sottostanti. Ergo, sulla singola caduta ha lavorato bene, ma se avessi colpito una seconda volta... boh. C'è da dire che comunque l'urto non è stato banale...
Al contempo il materiale assorbente interno dovrebbe essere in grado di assorbire e dissipare in qualche modo l'energia cinetica, minimizzando le accelerazioni. Oggi è ancora molto in voga il polistirolo, per il buon compromesso peso-prestazione-costo, ma secondo me si potrebbero studiare materiali o strutture più performanti. Poi i costi, si sa, variano anche in funzione delle economie di scala che possono farsi...
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Re: Ma di che casco stai parlando?
Dipende da voi quanto dar credito a questa affermazione...
La calotta di un casco è progettata per resistere all'impatto ma solo sino ad un certo punto, in modo tale che possa rompersi (non spezzarsi o perdere integrità) per disperdere parte dell'energia cinetica.
In seconda battuta, la calotta trasmette energia all'interno, che viene assorbita dai rivestimenti. Che sono progettati per essere cedevoli, in modo tale da far assorbire loro l'energia cinetica della testa dentro al casco.
Se la calotta fosse (virtualmente) indistruttibile, arriverebbe a non disperdere mai energia, ma a trasmetterla tutta al corpo dentro al casco, lasciando fare ai rivestimenti interni tutto il lavoro di assorbimento.
Questo è quanto conosco per gli anni di cui ho letto e mi sono interessato sulla divulgazione dei caschi.
La calotta di un casco è progettata per resistere all'impatto ma solo sino ad un certo punto, in modo tale che possa rompersi (non spezzarsi o perdere integrità) per disperdere parte dell'energia cinetica.
In seconda battuta, la calotta trasmette energia all'interno, che viene assorbita dai rivestimenti. Che sono progettati per essere cedevoli, in modo tale da far assorbire loro l'energia cinetica della testa dentro al casco.
Se la calotta fosse (virtualmente) indistruttibile, arriverebbe a non disperdere mai energia, ma a trasmetterla tutta al corpo dentro al casco, lasciando fare ai rivestimenti interni tutto il lavoro di assorbimento.
Questo è quanto conosco per gli anni di cui ho letto e mi sono interessato sulla divulgazione dei caschi.
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Re: Ma di che casco stai parlando?
Non conoscendo la dinamica del tuo incidente non mi permetto di fare considerazioni in merito.
In linea generale di principio posso dire che la calotta che si fessura o che si crepa è un buon indice di "deformazione programmata": in caso di urto violento, io mi aspetto proprio che la calotta si deformi/fessuri/crepi, convertendo energia cinetica in lavoro di deformazione e preservando l'interno da ulteriori accelerazioni, piuttosto che rimanere completamente intatta e al massimo graffiata, trasferendo così per intero al suo interno le accelerazioni.
Peraltro, una cosa che mi piacerebbe vedere includere nell'omologazione ECE è la tecnologia MIPS, che dovrebbe ridurre le accelerazioni rotazionali subite in caso di incidente.
In linea generale di principio posso dire che la calotta che si fessura o che si crepa è un buon indice di "deformazione programmata": in caso di urto violento, io mi aspetto proprio che la calotta si deformi/fessuri/crepi, convertendo energia cinetica in lavoro di deformazione e preservando l'interno da ulteriori accelerazioni, piuttosto che rimanere completamente intatta e al massimo graffiata, trasferendo così per intero al suo interno le accelerazioni.
Peraltro, una cosa che mi piacerebbe vedere includere nell'omologazione ECE è la tecnologia MIPS, che dovrebbe ridurre le accelerazioni rotazionali subite in caso di incidente.
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